martedì 28 settembre 2010

è ora di dar vita ad un blog

Si, è ora di dar vita ad un blog, il veicolo contemporaneo per fare quello che in 24 anni, mi sono sempre pentita di non avere fatto, a seguito di esperienze di travagli e di parti in casa (ma anche in ospedale) , cioè,
di non avere raccolto i racconti di donne, tutti diversi e tutti unici, in un grande affresco della maternità che descrive il lato straordinario del parto e mostra una realtà, grazie al cielo, diversa dai raccapriccianti scenari che circolano più spesso a riguardo dell'evento parto.
Inauguro perciò questo blog con l'invito alle donne che ho conosciuto e quelle che no, a dare voce ai loro racconti del bello del parto.
Naturalmente, se hanno avuto un felice incontro con il canto e il suono usato in travaglio, ben venga che dicano di quanto questo facile strumento le abbia sostenute.
Grazie a tutte coloro che vorranno esserci.
Letizia

60 commenti:

  1. Francesca, che ha partorito a casa, festeggiando il primo giorno del 2010, racconta, chiedendo di girare al blog, che è ancora in fase di rodaggio, le premesse della sua esperienza. Appena saremo davvero operativi proseguirà la sua testimonianza.
    "Ogni tanto quando penso a come sia arrivata la decisione di partorire in casa, mi dico che è stato lui a suggerirmelo, il bambino che stava nella pancia...
    Cercavo un parto che fosse il più possibile naturale, avevo sentito parlare del parto in casa, ma non ne ero sicura, avevo paura che qualcosa potesse andare storto e soprattutto non potevo permettermelo. Però ogni volta che entravo a visitare il reparto maternità di un ospedale, provavo una sensazione di disagio, come se non fosse lì il nostro posto.
    Avrei voluto essere in qualche modo guidata ad un percorso più consapevole, meno distaccato, meno medicalizzato, mi sarebbe piaciuto trovare un corso di preparazione alla nascita impostato sul parto dolce, scrivevo a centri che si occupavano di maternità, senza trovare nulla che mi convincesse, finché, al settimo mese di gravidanza, quando ormai temevo che avrei partorito in ospedale, mi è giunta la notizia che Letizia Galiero avrebbe condotto, vicino a Milano, un corso di canto carnatico.
    ho subito saputo che sarei andata e che avrei trovato lì quello che cercavo, e così è stato. Il corso ha dissolto i miei dubbie ho preso la decisione da quel momento, che avrei fatto il possibile per partorire a casa.
    Non sapevo però a chi rivolgermi e le case maternità che se ne occupavano avevano per me tariffe esagerate, ho chiesto aiuto a Letizia che mi ha dato il numero di Miretta, un'ostetrica in pensione che ogni tanto seguiva qualche donna in casa. Mi ha lasciato intendere che non faceva questo come lavoro, ma per passione e che avrebbe accettato di prendermi in carico solo se fosse scattato qualcosa fra noi, io la pensavo allo stesso modo.
    L'incontro con Miretta è avvenuto in seguito ad una serie di coincidenze favorevoli, non c'è stato bisogno di dirci molto, ci siamo intese subito, quella piccola donna un po' "strega" mi dava fiducia, proprio per la sua schiettezza e semplicità, ha subito precisato che lei non avrebbe usato alcun farmaco e che il parto si sarebbe svolto nella maniera più naturale, lei sarebbe stata presente, ma il "lavoro" era mio, nostro...
    Ho accettato senza nessuna esitazione, era come se tutto stesse andando come doveva andare, guidato da una forza superiore. La mia ginecologa appoggiava la scelta e per asualità conosceva Miretta e aveva già seguito altri parti in casa con lei. Ho trascorso gli ultimi mesi di gravidanza serenamente, preparandomi al parto con il canto, qualche esercizio, lunghe camminate e tanta tranquillità, sentivo di aver preso la giusta decisione, in sintonia con il volere del bambino che portavo in grembo."


    Francesa Deias

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  2. Grazie a Francesca ed al suo splendido bimbo stò conoscendo questo mondo...anche la mia "pancia" chiede natura, ascolto e reale stato di attesa...non potremo nascere in casa per ragioni mediche (sono portatrice di talassemia) ma io e il mio compagno stiamo vivendo questa gravidanza con quanta più naturalezza possibile...e il canto ci accompagna sempre!
    Ci incontreremo al corso...

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  3. Allora, per conoscere meglio questo mondo, è necessario che si prosegua nella storia a puntate della mamma, anche lei Francesca, di cui sopra.
    perciò diciamo....
    2° puntata
    (chissà se il sistema delle puntate terrà il nostro pubblico incollato allo schermo, come nelle fictions più gettonate)

    "Il travaglio è cominciato il primo giorno dell'anno, sono arrivate le prime onde al risveglio, portate dall'amore...E' stato un inizio dolce, sentivo che il momento era arrivato, ma non avevo fretta e volevo godermi quell'ultima giornata con la pancia, ho atteso a chiamare Miretta, restando sola con il mio compagno, che era una presenza silenziosa e rassicurante. abbiamo mangiato insieme, mi sentivo bene, ogni tanto arrivava qualche onda, che accompagnavo con la voce, per poi restare in ascolto di quello che succedeva. Ho sentito dopo un po' il bisogno di creare il mio spazio e sono salita in camera, per un po' sono stata a letto, rilassata, poi il mio corpo ha iniziato a voler cambiare posizione e io lo lasciavo libero di guidarmi. Il suono della mia voce, il respiro, la luce fioca della stanza, l'assenza di invasioni esterne, mi hanno permesso di iniziare un viaggio all'interno di me stessa. E' stato come entrare in un sogno lucido, in cui una parte di me era totalmente rilassata e lontana dal mondo, l'altra totalmente presente e connessa con quanto stava accadendo, anzi, si può dire che fossi tutta lì, in quel momento sacro. Avevo una percezione del tempo alterata, le ore passavano e quasi non me ne accorgevo, solo il cambiamento della luce mi indicava lo scorrere del tempo, verso il tramonto è arrivata Miretta.
    La sua presenza , come quella di Tommaso, il mio compagno, è stata importante, delicata e mai invadente, proprio quello che sentivo mi serviva, era come se non avessi bisogno di nulla, però, al momento opportuno, il loro intervento è stato prezioso.
    Il canto continuava a essere il mio alleato principale, ogni tanto Tommaso e Miretta cantavano con me, ma spesso continuavo sola, loro semplicemente osservavano in silenzio, oppure talvolta abbandonavano la stanza, che si era trasformata in un tempio. Tutto era sacro, la luce delle candele, la penombra che pian piano avvolgeva le pareti e il mistero che stava avvenendo nel mio corpo."
    Francesca Deias

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  4. non so come funziona e non vorrei riempire questo spazio vuoto per poi scoprire che si è mangiato tutto....scusate la diffidenza verso il mezzo ma ormai sono una mamma carnatica molto attempata e coi blog non mi ci ritrovo molto ...quindi prima verifico e in caso mi lancio....Ste

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  5. Si, Ste, è perfettamente riuscito. Le danze sono aperte e puoi dire e raccontare tutto quello che vuoi, potrai chiedere e rispondere ad altre.
    Soprattutto sentiti in famiglia. un abbraccio

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  6. Leggere la storia di Francesca, che ho conosciuto a Lodi, mi ha riportato alla bellezza e alla sacralità del mio parto.
    Ricordo ancora tutto (Erica è nata a dicembre del 2008), gli odori, la luce, le sensazioni del mio corpo, e questo desiderio di accompagnare, di cullare l'arrivo di Erica nel mondo attraverso la voce: un modo per farmi compagnia, un modo per accogliere la mia bambina, per rassicurarla, per darle e darmi una direzione. Le onde sono arrivate da lontano, prima lievi e rade, poi sempre più intense e vicine. Ogni volta la mia voce trovava il modo di cavalcarle e mi faceva sentire forte, coraggiosa.
    Poi è giunto il momento di andare in ospedale. Nessuno lì conosceva il canto carnatico; un'infermiera mi ha urlato di "non gridare", perché mi sarei stancata inutilmente. Non si rendeva conto che la voce era diventata possente perché sentivo una forza indescrivibile dentro di me!
    Del parto ricordo il silenzio, la penombra, sensazioni lontane da me, eppure vicinissime: è tutto ancora molto vivido nella memoria. IL mio corpo dolente, ma forte, presente: un tempio della Vita.
    Marcello, il mio compagno, sempre presente e accogliente, rassicurante, un'ostetrica fantastica, silenziosa e tranquilla, rispettosa dei miei modi un po' bizzarri.
    Dal silenzio più profondo che riesca a ricordare, interrotto solo dal canto, Erica è arrivata, in silenzio, tranquilla, presente. Ricordo i suoi occhi, spalancati al mondo, eppure già saggi, come se venissero dall'Eternità.
    Credo sia stata l'esperienza più spirituale che abbia mai vissuto nella vita, quella che più mi ha riportato alla profondità del mio essere, senza condizioni e senza sovrastrutture mentali (non ce n'era tempo né spazio!).
    Tempo dopo ho scoperto che il mio parto, assolutamente semplice e, mi sembrava, normalissimo (è vero, non ne ho vissuti altri), è rimasto famoso all'ospedale di Lodi: il "parto della donna che cantava".

    Vorrei che questa mia esperienza non dovesse rimanere un'amenità del reparto di ostetricia a Lodi.
    Sto cercando di diffondere la cultura del canto carnatico nella città in cui vivo, ma è incredibilmente dura. Sembra che a nessuno interessi "partorire bene": la convinzione di aver bisogno di una struttura che decida il modo e i tempi in cui una donna deve mettere al mondo il proprio bambino ci allontana da noi stesse, dalla capacità di ascoltarsi e di ascoltare (l'ospedale non lo fa di certo!). Partorire bene, credo, parta proprio dalla capacità di entrare in contatto con noi stesse, di avere il coraggio di mettersi un gioco senza false protezioni, nell'illusione che qualcun altro possa partorire al nostro posto. E' per questo che sono assolutamtne convinta che ogni donna dovrebbe acquisire gli strumenti che Letizia trasmette.

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  7. La storia di Stefania e Marina

    Le dicevano di partecipare, di non essere scettica, ma lei lo stava già facendo, cantava, anche se piano piano…timidamente, io, da lì dentro la sentivo bene, e mi piaceva.
    Andavamo al corso con Letizia e lei cantava e lo faceva anche a casa, per fare le prove…
    Stavo comoda nel pancione e mi rilassavo ascoltandola.
    Tutto procedeva nonostante le ansie della mia mamma e arrivò il giorno in cui dovevo venire al mondo!
    Era domenica, era sera, era il momento giusto!
    Tra desiderio e paura mi feci capire e si “ruppero le acque”.
    Come nei film la mamma si spaventò e dalla camera da letto chiamò il papà:
    ci siamo!
    davvero? Mancano ancora 15 giorni!
    Prendi la borsa, dobbiamo andare…non ho fatto in tempo a lavarmi i capelli, come mi presento?!
    I due si avviarono verso la clinica dove avevano deciso di farmi nascere, alla mamma fu assegnato un letto: non ci sono contrazioni, cerchi di dormire, se domani mattina non sono iniziate la facciamo partorire comunque, buona notte.
    Che vorrà dire “la facciamo partorire comunque”?, mah, mangiamoci un pezzo di pizza che non abbiamo cenato.
    Il papà uscì a procurare la cena, mangiarono, chiusero la porta e si misero a dormire tutti e due, c’era lì un letto libero che sembrava messo apposta per lui.
    Il papà si addormentò velocemente ma la mamma….lei no, lei non poteva dormire, il suo lungo viaggio stava per cominciare ed io ero con lei.
    Le prime contrazioni passarono tranquille, “ah, se è tutto così sarà una passeggiata…me ne sto qui tranquilla e mi mangio un altro pezzo di pizza tra un po’”..
    Cara mammina, che andavi a pensare! Senza più il liquido a sostenermi la mia discesa fu per te un po’ più dolorosa del normale…
    Il dolore aumentava, ad ogni contrazione un sobbalzo, e la ricerca di una nuova posizione.
    La situazione si faceva seria, la notte avvolgeva quel corpo travolto da spasimi e paura.
    All’improvviso la sua voce, melodiosa, il canto che ben conoscevo, forte, coraggioso, riempì la stanza e mi avvolse da dentro.
    Il papà doveva trovarlo rilassante, continuava a dormire.
    Noi eravamo sveglie, al lavoro, presenti.
    Andavamo avanti all’unisono. Io avanzavo spingendomi verso il basso, la mamma riempiva la pancia di aria e cantando la lasciava aprirsi al mio passaggio. E così avanti, in un continuo di spinte e quel suono, dolce, continuo, rassicurante, la voce della mia mamma che mi accompagnava lungo il mio importantissimo viaggio, mi accompagnava e non mi faceva sentire sola.
    Le ore passavano, ogni tanto il papà chiedeva se serviva qualcosa, più volte compariva un’ostetrica a verificare la situazione ma la mamma non sapeva cosa poter chiedere loro, meglio si sentiva da sola, in raccoglimento.
    Sono uscita così, senza traumi e senza rughe, alla fine di una vera e propria cavalcata verso la vita in una notte bellissima insieme a mia madre.
    Anche se dice di essere stonata, ormai si è lasciata andare e si è messa a cantare le canzoni dei suoi tempi da bambina…lo fa per farmi divertire, per aiutarmi a dormire, per passare il tempo in macchina…e a chi la guarda per strada lei sorride…canta che ti passa!

    ...Marina

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  8. PER NUOVE MAMME E PAPA' CHE VOGLIANO CONOSCERE IL CANTO, SABATO 6 NOVEMBRE, ALLE ORE 18 AL CENTRO "ARTIPELAGO" DI CASTELNUOVO DI PORTO (ROMA) SI TERRA' UN INCONTRO-DIMOSTRAZIONE DELLA PRATICA DI SUONO E RESPIRO, APERTO ALLE FUTURE MAMME, MA ANCHE AGLI OPERATORI DELLA NASCITA, A COLORO CHE LAVORANO CON LA VOCE E A CHIUNQUE SIA INTERESSATO ALL'APERTURA DEL RESPIRO. SEGUIRA' UN CONCERTO JAZZ.
    A PRESTO

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  9. Ciao a tutti, sono Valeria. Ho conosciuto Letizia come insegnante, avevo seguito un corso di canto carnatico con lei per i miei studi (sono musicoterapista). E' stato un incontro illuminante e lì ho deciso che avrei chiamato Letizia dai primi mesi di gravidanza. La mia prima bimba è nata a dicembre 2004 e il canto ci ha accompagnato nel progredire della nostra conoscenza, in questo modo già ben radicata nei nove mesi di gravidanza. Non ho voluto e non ho avuto la necessità di seguire altri corsi, Letizia mi ha dato tutte le risposte, la serenità e il sostegno di cui avevo bisogno anche se si trattava della prima figlia. Ho scelto un piccolo ospedale, dove le camere erano ben arredate con mobili in legno, per due partorienti e ho avuto la fortuna di avere una giovane ostetrica (ho saputo alla nascita della bimba che era stata assunta da una settimana) che si è messa in un angolo ed interveniva solo su mia richiesta: la stanza era buia quanto volevo io, ho provato più posizioni finché non mi sono trovata assolutamente comoda e cantavo liberamente. Tutto quello che mi aveva detto Letizia affiorava, le onde aumentavano e mi sentivo ben radicata in quanto stesse accadendo. Mio marito ha seguito e ascoltato discretamente ed anche la sua figura entrava in scesa solo se necessario. Amalia è nata senza pianto, solo con qualche versetto e ha dimostrato attenzione alle nostre voci intese più volte nei dialoghi alla pancia. Si è arrabbiata quando le hanno lavato il naso! La mia seconda bimba Marianna è nata ad Aprile 2008. Con lei ho avuto meno tempo e gli incontri con Letizia sono stati molto utili per ritrovare armonia nei movimenti, con la mia pancia enorme! Nello stesso ospedale del primo parto oltre il canto, ho sfruttato la possibilità di entrare in vasca e ho potuto muovermi con maggiore "agilità" fino al momento delle spinte. Ringrazio molto Letizia e anch'io devo dire che si sono verificate fortuite coincidenze che hanno permesso la buona riuscita di tutta la mia esperienza. La cosa più importante che ho imparato è l'ascolto di sé, del corpo e di conseguenza del bambino che effettivamente ha già i suoi desideri. Il canto diventa tutt'uno col respiro e gli esercizi fanno sentire la propria forza che sale dai piedi, come una linfa vitale che nutre e scalda.

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  10. E ora la terza parte del travaglio e parto di Francesca (il blog non ci permette di pubblicare uno scritto così lungo). Grazie Francesca!!

    "Verso la fine del travaglio ho sentito il bisogno di maggiore contatto con Tommaso, che di tanto in tanto mi massaggiava la schiena con l'olio, oppure mi sosteneva nelle posizioni, che iniziavano a cambiare più spesso, ricordo di aver bevuto un vino dolce a un certo punto, l'aveva portato Miretta per noi e, verso la fine del travaglio, ho avuto voglia di assaggiarlo. Di lì a poco è iniziata la transizione e sono arrivate le spinte.
    A questo punto il canto ha lasciato il posto a suoni di terra, sentivo le spinte provenire da lì, dal centro della Madre Terra, con una forza incredibile. Eppure ci sono volute circa tre ore prima di dare alla luce Ethan, tre ore intense in cui Miretta e Tommaso mi hanno sostenuto pienamente, aiutandomi a cambiar spesso posizione per favorire la discesa del piccolo, ungendo il perineo e il canale del parto, perché non si lacerasse, incoraggiandomi e dandomi forza.
    Le spinte richiedevano tutta la mia energia e alla fine di ognuna ero esausta, mi lasciavo andare per riposarmi sul corpo di Tommaso, per poi tornare a spingere, cercando di raccogliere e incanalare l'energia, non avevo paura, sapevo che tutto sarebbe andato bene, sentivo dentro di me una forza antica e potente. Poi, cinque minuti prima della mezzanotte, è arrivato, ho sentito prima la testa fra le mie gambe e dopo poco, eccolo uscire. La stanza era illuminata solo dalle candele e dalla luce della luna piena.
    Miretta me l'ha messo subito sulla pancia e ci ha lasciati soli per un po', a contemplare il mistero della vita...il mio corpo tremava, mentre con le mani gli massaggiavo la schiena, e lui sembrava osservare il mondo con grandi occhi spalancati.
    Dopo poco, d'istinto, si è attaccato al seno, è stato un momento di grande emozione, perfetto, di quella perfezione che solo la natura crea.
    Siamo stati tutti e tre insieme fino all'alba, che ha dato il benvenuto alla nuova vita con un sole dai mille colori, che da tempo non si vedeva nelle pianure nebbiose lombarde.
    Ethan Surya, la "piccola guida", ha ora un mese, oggi ha ricevuto il suo primo massaggio completo con l'olio caldo, è un bambino tranquillo, amato, ancora viaggia un po' nel suo mondo acquatico, ogni tanto sorride nei sogni..."

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  11. ciao, mi chiamo ylenia...ho conosciuto letizia per caso, un'amica ha deciso di farmi un regalo speciale per la mia gravidanza, così senza sapere assolutamente chi fosse Letizia mi ha pagato il corso pre-parto con lei. a primo impatto ero un pò in difficoltà, soprattutto perchè ero sola ha fare il corso le altre ragazze avevano tutte già partorito e nn c'erano nuove iscritte...ancora nn sò se è stata una fortuna o meno però mi è piaciuto. sono stata per quasi due mesi al centro della sua attenzione ho potuto assaporare tutte le sue idee e farle mie e ho potuto fargli le 1000 domande che avevo in mente. il 1 giorno che l'ho conosciuta c'era una mamma lì con lei che mi disse che nn c'era un tempo stabilito per iniziare un corso, anzi prima lo iniziavo e meglio sarebbe stato per me....aveva ragione, per fortuna al quinto mese l'ho iniziato dato che ho partorito a sette!!!! per me letizia è la madrina spirituale del mio bimbo senza i suoi insegnamenti nn ce l'avrei mai fatta a reggere l'ospedale e dato il mio caso nn ho avuto molta scelta. ero a 33 sett e il venerdì alle 12.00 sono iniziate le contrazioni. nn ho capito subito di cosa si trattava così ho continuato a sistemare le mie cose a a montare la cameretta al bimbo, spostando materassi e quant'altro verso le nove di sera le contrazioni erano arrive al quarto d'ora ho cominciato ad avere qualche dubbio ma nn volevo allarmare tutti, perchè doveva succedere proprio a me che avevo progettato di partorire a casa senza dirlo a nessuno mettendo tutti difronte al fatto compiuto visto che nn sostenevano le mie idee....cmq mio marito era a lavoro quella sera io mi sono fatta un bagno, la camomilla e tutti gli esercizi rilassanti che avevo imparato...a un tratto i dolori erano intorno ai 7 minuti ho iniziato ad avere paura...era troppo presto la pancia nn si vedeva quasi più il bimbo era sempre più in basso.

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  12. ho chiamato mio marito che all'1:30 di notte mi porta in ospedale a marino dove mi dicono che nn potevo partorire lì perchè nn hanno le incubatrici e nel caso in cui il bimbo avesse avuto problemi me lo avrebbero portato via con l'ambulanza. così firmiamo ed andiamo al casilino "rinomato per la neonatologia" bhà...dove mi dicono: "signorina mica vorrà partorire stanotte ora le facciamo qualche bella punturina e lei partorirà almeno fra 3 sett, perchè il bimbo non ha i polmoni formati". io in quel momento come una scema mi sarei fatta fare qualunque cosa avevo paura e nessuna delle persone che erano con me mi ha aiutato a prendere la decisione di farmi lasciare in pace dai dottori così mi hanno attaccato ad una flebo di vasosuprina e monitaraggi ogni tre ore. mi hanno fatto stare ferma con le gambe chiuse, alzandomi solo per la pipì perchè questo bimbo secondo loro nn doveva nascere, quella posizione era atroce dato che le contrazioni erano sempre forti nonostante le flebo, ogni volta che gli dicevo dei dolori facevano altri dosaggi di nn so cosa per nn far aprire il parto...queste contrazioni sono durate tre giornifino a che la mattina del lunedì alle 9 ho detto ai medici che nn ne potevo più dato che nn bevevo ne mangiavo da due giorni, visto che tra le altre cose poteva essere necessario un cesario di urgenza, avevo le contrazioni ogni 2 minuti il mio piccolo aveva aperto il parto nonostanze tutte le schifezze che ci davano, così arrivo in sala parto ancora con la flebo per bloccare le contrazioni ovviamente. lì me la tolgono e rifanno il buco sull'altro braccio perchè poteva servire a qualcosa (per riuscire a prendere la vena date le forti contrazioni hanno dovuto bucare in 4 punti diversi). assieme all'ostetrica inizio finalmente a spingere, finalmente parte il tappo e poco dopo via si rompono le acque, nonostante tutto ricordo quelle due ore in modo meraviglioso, era proprio come aveva detto LEI sembrava di stare in mare e sentivo quelle onde fortissime cavalcare dentro di me...il mio angelo è nato alle 10:48 pesava 1.910Kg e respirava benissimo da solo, anzi mentre lo pulivano si dimenava come un matto, l'ho potuto vedere un secondo poi via...

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  13. gli hanno fatto 1000 esami me lo hanno fatto attaccare al seno dopo 3 giorni ancora nn so come ho fatto a nn far andare via il latte, per 10 giorni andavo ogni tre ore in ospedale per allattarlo e lasciavo il latte per la notte, poi riesco a chiamare letizia (finalmente trovo il num, che mi dice proprio quello che volevo sentire "PORTALO A CASA HA BISOGNO SOLO DI TE" così ho fatto ho portato il mio scricciolo a casa che pesava solo 1.720Kg, visto che in dieci giorni gli adorabili medici erano riusciti solo a mantenere il peso dopo il calo fisiologico...come siamo arrivati a casa è riniziata la nostra vita. ora Saro ha sei mesi e pesa 7.500Kg da una settimana ha iniziato le pappette, grazie a Letizia che è sempre disponibile a risp alle mie domande stò crescendo il mio bambino esattamente come volevo...lui voleva vedere il mondo prima di altri era impaziente di conoscermi...e nessuno è riuscito ad impedirglielo. spero davvero che questo blog serva ad altri per nn fare il mio stesso errore a volte la paura ci fa dimenticare quello che sappiamo e ci costringe ad abbandonarci nelle mani sbagliate. sicuramente saprò cosa fare quando deciderò di avere un altro figlio e nessuno mi impedirà di vivere l'esperienza che ho sognato assieme a quella Pazza durante tutte le lezioni pre-parto. grazie di esserci ti voglio bene ylenia

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  14. comincia ad essere un serio problema questa Letizia che sta sempre in mezzo e che dopo tutti questi interventi sembra il guru della situazione. Non è così. Credo nelle infinite risorse delle donne, credo che questo sia un momento speciale della loro vita, in cui possano e debbano scoprirsi nella loro più grande potenzialità terrena, credo che la loro voce sia uno strumento così facile, potente, adattabile alle proprie esigenze, che è un peccato non conoscerlo e non servirsene. Credo che il parto debba starsene il più possibile lontano dalla medicalizzazione, che si insinua subdolamente e pericolosamente in modo sempre più massiccio.
    Tutto quello che raccontate tuttavia dà un senso ad un lavoro che dal 1986 è sempre stato una proposta per pochi e poco capita, il che mi aiuta a non cadere in uno stato depressivo, dopo tanti anni di sforzi apparentemente vani. Viene proprio da dire: "meglio poche, ma buone". Credere in questo strumento è stata una sana follia. devo dire che siete stupende.

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  15. Sono d'accordo con Letizia. Lei crede nelle risorse personali e le aiuta a fuoriuscire. La cosa che avevo già pensato leggendo Ylenia, dopo essermi ripresa dall'onda emozionale, è che le varie proposte sul mercato e negli ospedali si preoccupano soprattutto di dare istruzioni per il parto e per la prima educazione come se bisognasse imparare una cosa nuova da zero. Invece la mamma e la coppia hanno già le loro risorse, il canto è la voce che arriva da dentro ed esce con energia dalla pancia soprattutto col canto carnatico. C'è ansia, il primo figlio non è certo un'esperienza da niente ed è bello che alle domande su cosa fare Letizia risponde "Tu cosa senti?" e si lavora su di sé "Se senti la spinta verso una direzione seguila"

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  16. RETTIFICA ALLA COMUNICAZIONE DELLA PRESENTAZIONE DI SABATO 6 NOVEMBRE AD "ARTIPELAGO" DI CASTELNUOVO DI PORTO, L'INIZIATIVA E' STATA SPOSTATA ALLA FINE DI NOVEMBRE IN DATA CHE COMUNICHERO' TRA QUALCHE GIORNO.

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  17. heilà, le lettrici aumentano, forza e coraggio, che anche le pigre intervengano! Il tempo di tutte è poco, ma superato il primo impaccio è molto semplice comunicare qui!
    Non è necessario essere scrittrici per esprimere qualsiasi tipo di pensiero o di quesito.
    Grazie ancora per l'attenzione.

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  18. Letizia cara...devi scrivere nuovi post prima o poi!!!! il blog è di tutte noi ma innanzitutto tuo, se tu ci lanci nuovi pensieri noi saremo ben liete di commentare....
    :)
    ps ho appena letto il libro simpaticissimo di Lia Celi "piccole donne rompono"...ebbene lei ha partorito in casa...4 volte!
    saluti a tutti!
    stefania

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  19. http://biodetersivi.altervista.org/allegati/mondo_bimbao.pdf
    ...preziosissima guida redatta da mamme attente e sensibili alla cura pratica,naturale ed "economicamente sostenibile" delle nostre piccole perle...
    buona lettura!

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  20. Letizia, grazie tante di queti due giorni.
    Vi spedisco il link di questo gioiello maraviglioso filmato di un parto cantato.
    http://magalidieux.free.fr/page_naitre/video_naitre.html

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  21. Grazie a te di esserci stata Leticia, la tua presenza così solare è stata tanto apprezzata da tutte le donne presenti al seminario e ha fatto sognare la possibilità di un parto "vero", il tuo entusiasmo è stato contagioso e ci fa sperare di sentire presto, quando sarai in Spagna, tuoi aggiornamenti delle tue esperienze e dei tuoi pensieri. Un forte abbraccio. A prestissimo.
    Vado a vedere il filmato.

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  22. si possono leggere commenti di mamme francesi sul parto con il canto sul blog www.mamanpourlavie.com
    anche loro hanno fatto un po' come noi.

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  23. C'è anche Estella che chiede supporto per scrivere sul blog. Vedo di trascrivere il suo testo, nella speranza anche di allargare gli scambi ai temi della crescita del bambino.

    "ancora non riesco ad entrare nel tuo blog del parto, ho deciso comunque di buttar giù qualche riflessione su questi primi sei anni di mamma, poi vedi un po' tu.
    dovrei cominciare dal parto di Orazio...scelsi di partorire in ospedale, perché mi spaventava l'idea di qualche complicazione e la struttura ospedaliera mi faceva sentire più protetta e sicura. invece quella che doveva essere un'esperienza bellissima è stata molto sofferta e carica di rabbia: Il travaglio è durato molte ore, ma quello che avrei voluto evitare fu il pessimo trattamento da parte di ginecologhe e infermieri vari che si sono susseguiti nei turni. Mi pareva di essere carne da macello e mi si faceva sentire colpevole per il fatto che non mi dilatavo: Mi hanno rotto le acque e mi hanno somministrato non so bene cosa per accelerare la dilatazione e le contrazioni, senza chiedere il mio parere e spiegarmi alcunché. Per fortuna mio marito è rimasto molto lucido e ha cominciato a fare domande e a lamentare il trattamento poco ortodosso. Con me invece era rassicurante e cercava in tutti i modi di tranquillizzarmi.
    L'epilogo non lo sto a raccontare per non spaventare nessuno, però è andata di gran fortuna al mio bambino e a me e, a parte la sofferenza da parte di entrambi e la rabbia che mi è durata un bel po' di tempo, non ci sono state altre complicazioni importanti.
    Sono contenta di avere poi tenuto Orazio sempre con me in ospedale, cosicché l'allattamento è iniziato nel migliore dei modi e perché, l'idea di lasciarlo nelle mani di sconosciute, sebbene esperte, mi faceva rabbrividire.
    Con Lea ho scelto un ospedale più piccolo, il parto è andato molto meglio, ero rilassata e mi è bastato sentirmi dire un brava da parte di chi mi assistiva, per non sentire nemmeno il dolore. Poi però ho firmato per tornare a casa mia con la piccola e vivere da subito la quiete della nostra famiglia.
    Ciò nonostante rimango basita nel sentire quante mamme scelgono di fare l'epidurale o il cesareo per evitare i dolori del parto, sicure che questo sia meglio per il nascituro. Insomma, meglio che gli arrivi del veleno, che le urla della mamma...mah!"
    Estella

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  24. Ancora Estella dice...
    "Per quello che riguarda l'allattamento, io ho fatto quello libero con entrambi i miei figli e ho iniziato lo svezzamento con tanta, tanta calma, verso i sette mesi, pur continuando ad allattarli fino oltre i due anni.
    Se tornassi indietro lo rifarei e lo consiglio con tutto il cuore e rimango davvero male (per i bimbi) quando sento mamme dire che scelgono di integrare con il latte artificiale già dal secondo mese o che decidono di seguire la tabella degli orari che danno in ospedale, solo perché è troppo stressante allattare ogni due ore, o perché la notte si vuole dormire in pace.
    Io non ho avuto nessun aiuto in casa, niente nonne, niente zie o cameriere, però ho potuto scegliere di non lavorare e di dedicarmi interamente ai miei bambini e a volte mi davo della matta per aver scelto una strada così poco praticata e impegnativa, ma ne è valsa la pena.
    A parte il risparmio economico, i miei bambini non si sono mai ammalati, se non di cosucce di poco conto, fin tanto che li ho allattati; non ho mai dato loro il ciuccio o il biberon, mai dato loro medicine di nessun tipo, perché il mio latte era per loro la miglior medicina per qualsiasi problema; lo svezzamento è stato tranquillo e felicissimo e oggi mangiano davvero di tutto.
    la vera grande difficoltà che a volte mi faceva pensare di mollare tutto e passare all'allattamento classico erano amiche e conoscenti varie, che, non capendo la grandiosità di un simile rapporto con il proprio bimbo, mi stavano addosso con mille critiche, professando la comodità del biberon, della camomilla, degli orari stabiliti. Era un continuo "ma tu sei matta", "ma perché non allatti ad orario?", "ma non puoi stare sempre con le tette di fuori", "ma non è che mangia troppo?", "quando piange non devi dargli il seno, fallo piangere che così capisce, altrimenti lo vizi".
    Quest'ultima è una delle idiozie più comuni e purtroppo più dannose che circolano!!!
    Ho avuto qualche problema di mastite e di ragadi al capezzolo. Per queste ultime ho utilizzato il limone, mentre, per la mastite, cercavo di attaccare spesso al seno il bambino e di bere meno acqua. Ho avuto fortuna, perché sono bastati questi piccoli accorgimenti.
    Una regola d'oro che mi diede Letizia all'inizio del mio cammino di mamma è stata quella di ascoltare il mio bambino e il mio istinto. E' una regola importantissima e verissima che ancora oggi seguo, perché è una verità semplice e illuminante: i nostri bambini ci dicono sempre, anche quando comunicano solo con il pianto, quello di cui hanno bisogno.
    Imparare ad ascoltarli con le orecchie, con il naso, con gli occhi, con le mani e con il cuore è una lezione di vita per me. I bambini sanno quello di cui necessitano e, per fortuna, trovano sempre un modo per chiederlo.
    E mi insegnano tanto!
    Per ora mi fermo qui, il baccano intorno è tale, che perfino le dita confondono i tasti."
    Estella

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  25. Grazie Letizia per i due giorni a Lodi. Mi hanno fatto molto bene!! Ho preso più profondamente contatto con il mio corpo, con le sue rigidità :-) e anche con le sue potenzialità...ho respirato qualcosa del "bello del parto" ed era quello che cercavo. Ho ricevuto tanto per vivere meglio l'attesa della bimba e il momento in cui verrà alla luce. Grazie anche a chi ha partecipato e a Laura che ha organizzato. Francesca

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  26. Ciao Letizia e ciao a tutte! Ieri ho preso dalla biblioteca di Piacenza due dei testi che ci avevi consigliato di Leboyer...poche pagine di lettura e già si è aperto (anzi il termine esatto è squarciato!)il velo di nebbia che nonostante tutte le buone intenzioni ancora mi albergava sugli occhi...che potenza, davvero! Non vi dico poi i sogni di stanotte...ma il risveglio è stato guidato da qualcosa di nuovo e incontaminato come la luce che porta il mattino!...a questo punto è necessario proseguire la lettura!
    Per il momento un grande abbraccio e un GRAZIE senza fine a te e a tutte le donne che ci accompagnano in questo viaggio...dalla luce, il bambino, appunto!
    Fra

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  27. Ciao a tutte
    sono giusi.
    Qualcuno si ricorderà di me?
    Ho partecipato alla due giorni a Lodi con Letizia.
    In realtà sono stata presente solo il sabato.
    Letizia, tu dovresti ricordarti...pare che ti abbia fatto divertire tanto!!!

    Mentre vi scrivo ho le cuffie che mi trasmettono il canto del parto che Leticia ci ha regalato. La ringrazio infinitamente per questo.

    Per me si è aperto un mondo nuovo, prima d'oggi sconosciuto. Grazie a Laura che mi ha avvicinato con la sua delicatezza, Letizia coivolto con il suo carisma e tutte le mamme che con il loro amore per la Vita mi hanno convinto che non si può tornare indietro...

    Aspetto notizie sul tuo ritorno Letizia!
    Mi pare che progetti di essere a Bergamo prossimamente.

    Farò di tutto per non mancare.

    giusi

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  28. Come poso essermi dimenticata di te, cara Giusi? Bello vero il film sul parto cantato? In fondo, anche se è una grande impresa, mostra come il travaglio e il parto siano semplici, molto più semlici di quanto appare in un reparto ostetricia, Io sarò a Bergamo dal 23 dicembre al 30 e sicuramente in qiualche giorno feriale ci incontreremo con le mamme in attesa!
    Intanto ti lascio con una testimonianza di una donna francese di Roma, a cui "é sfuggito di mano..." (diciamo così) il parto in ospedale.

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  29. Et voilà, c'est Geneviève qui parle.

    "Sono incinta per la seconda volta. Sto bene. Non voglio andare in ospedale. Ho letto di donne che hanno partorito come volevano. Questo vorrei per me. Le analisi evidenziano una prima infezione da citomegalo virus, poi uno streptococco beta emolitico. I dubbi sorgono, l'ansia si attiva. La determinazione rimane. Le pressioni coniugali si intansificano. Continuo a informarmi. Michel Odent, Frédérick Leboyer sono le mie letture. Sono medici, sono uomini: Loro dicono che si può fare: partorire senza interferenze, concentrandosi sulla postura, sul respiro. E questa donna vestita di scuro, con un sorriso contagioso, che era venuta ad un incontro della Leche League (la lega per l'allattamento materno). Letizia: gioia, gioia di vivere, gioia di partorire. La contatto. Come se fosse una cosa da niente, arriva da fuori Roma , di domenica, con la sua esperienza e il suo strumento. Mi propone degli esercizi per ammorbidire il mio corpo irrigidito e il canto,per concentrare la mia mente sul mio obiettivo: fare nascere mio figlio con le mie forze. E mi rilasso, faccio un primo sforzo con la voce, poi canto; controllo l'aria che entra ed esce, poi respiro. Non sono più sola, c'è mio figlio, mi aiuterà lui se glielo lascio fare.In quest'atmosfera di concentrazione, movimento e respirazione, i miei pensieri turbati diventano parole. Mi metto a parlare,parlare a Letizia: della vita, della morte, di mia madre, di mia figlia Elena, del mio compagno Edoardo, di me stessa. Liberata da questo desiderio di condivisione, colma del suo ascolto empatico, ritrovo la pace.
    Sto diventando una madre capace di ascoltare, Letizia mi lascia un CD musicale per allenarmi. Insieme a mio figlio, faccio salire dei suoni dalla mia pancia e uscire dalla mia bocca. Nasce una nuova consapevolezza o speranza. Ce la posso fare: a partorire con consapevolezza, a fare la madre di due bambini, a migliorare il rapporto con il mio partner.
    Arriva Edoardo, arriva Elena: vedono, sentono, parlano con Letizia e la magia continua, poiché, in un momento per noi conflittuale, capiscono l'importanza del canto e li sento molto rispettosi del lavoro che sto facendo con Letizia.
    L'armonia, la ricerca dell'armonia, l'ascolto, la comunicazione con il canto.

    Geneviéve 1° parte

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  30. Geneviève 2° parte.

    "Di notte arrivano le prime contrazioni. Non sono pronta per l'ospedale, ma sento che devo lasciare aperta questa possibilità. E' mezzanotte circa, Elena ed Edoardo dormono. Respiro, ascolto, lascio andare la contrazione. Mi alzo senza fare rumore, vado nella stanza accanto a preparare la valigia. Gli indumenti per l'ospedale da una parte, cerata per il materasso e catino per la placenta dall'altra. Rimanere a casa, non muovermi da lì, questo è il mio desiderio. Un'altra contrazione, ricordo le parole di Letizia: schiena eretta, gambe piegate, espirazione. Ho sonno, non voglio cantare per non svegliare la famiglia. Passa la contrazione. I pensieri riprendono il sopravvento: e se nascesse ora? Metto una tela cerata sul divano. Respiro, mi metto carponi e passa la contrazione.
    La notte sta per finire, il bambino non è nato con la velocità della sorella. Se voglio continuare a travagliare a casa, devo fingere. Edoardo è contrario al parto in casa. Torno a letto chiudo gli occhi, respiro. Edoardo si alza, vede la cerata, vede i preparativi, sento una agitazione rabbiosa, torna in camera, fingo di dormire. Se ne va al lavoro.
    Contrazione, espirazione, ora posso cantare, preparo la colazione, vado a fare la spesa con Elena.
    Contrazione, espirazione, canto, passa.
    Riprendo il filo della giornata. Mi sento bene, impegnata.
    Alle quattro del pomeriggio le contrazioni aumentano di intensità e frequenza. Ho bisogno di concentrarmi, non posso più occuparmi di Elena. Chiamo l'ostetrica. E' disponibile, per mia fortuna, a visitarmi entro mezz'ora o, se voglio che si fermi, deve passare a casa sua a prendere la borsa con gli strumenti. Chiedo la seconda opzione, anche se sento aumentare l'intensità delle contrazioni e l'incertezza dei tempi si riaffaccia. Respiro, si sveglia Elena dalla sua siesta pomeridiana. Mi decido a chiamare i nonni, anche se malvolentieri, trovo la scusa della stanchezza. Arriva l'ostetrica, arriva mia suocera per portare via Elena. Comincia a parlare, vorrei che tacesse, continua a propormi di andare in ospedale, vorrei che se ne andasse. Gabriella, l'ostetrica, mi viene in aiuto, uscendo dalla camera e facendosi vedere. Finalmente mia suocera se ne va.
    Il dolore diventa più acuto. Cammino per il corridoio, espiro, faccio uscire delle vocali. Le mie forze cominciano ad essere messe a dura prova. Salgo sul letto per l'espulsione. Ripenso alla frase di Leboyer "non abbandonare la nave". Me la ripeto. Afferro i cuscini, a quattro zampe, i miei suoni cominciano ad essere dei lamenti. Sto perdendo il controllo, mi aspettavo che uscisse prima, invece sento un bruciore fortissimo, il tempo si ferma su questo bruciore, speravo di aver già fatto, vorrei che uscisse, dubito di riuscire a resistere ancora a lungo. Un lamento più forte e nasce Tommaso. Sento il suo vagito, mi riprendo. Mi giro per fare la sua conoscenza. Piange, lo prendo in braccio, mi sento serena. E' nato.

    Geneviève

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  31. Geneviève 3° parte

    Gabriella mi fa alzare e la placenta esce. Il tempo si ferma, sto bene con Tommaso. Poi riprende il corso del tempo: i punti per la lacerazione, l'arrivo di Edoardo, Elena, Il nonno.
    La notte. Il parto è finito. Il simbolico momento del passaggio è già avvenuto. Ricomincia la vita quotidiana, con le sue continue novità. Mi sento inadeguata ai continui cambiamenti che la vita mi chiede.
    Mi rimangono l'esperienza del parto e lo strumento dell'espirazione. Mi rimangono dei ricordi, delle sensazioni. La presenza di Gabriella, senza interventi, nel rispetto dei miei desideri e Letizia che ritorna con il vino speziato e la torta per festeggiarci. Sì, a volte la vita può essere una festa, e, di nuovo, con la sua presenza, Letizia mi insegna che non contano gli eventi, ma il modo in cui si vivono e il senso che si dà loro.
    Oggi sento un senso di vergogna per le mie aspettative poco adeguate alla realtà e un senso di profonda gratitudine a Letizia, Gabriella, per aver accolto il mio desiderio, rispettato le mie esigenze, aiutandomi a partire da me e dalla mia realtà. Ringrazio Federica, la quale, oltre ad avermi venduto un fascia portabebè, ha anche lei condiviso con me la sua esperienza, facendomi sentire una donna come tante e valorizzando così la parte costruttiva di me, che ne aveva tanto bisogno. Un grazie anche a Samuela e Carla della Leche League per i libri e le parole scambiate, a Rocco che mi ha dato la possibilità di capire che si possono non condividere le scelte, pur accettandole, Celeste del consultorio per il post-parto. Auguri alle mamme e alle partorienti. Ogni crescita è di aiuto per gli altri, oltre che per sè.

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  32. AGGIORNAMENTO DELL'INCONTRO DI PRESENTAZIONE DEL CANTO A CASTELNUOVO DI PORTO PER FUTURE MAMME, OPERATORI, MA ANCHE TUTTI COLORO CHE LAVORANO CON LA VOCE.

    SABATO 22 GENNAIO 2011
    ORE 18
    CENTRO ARTIPELAGO
    CASTELNUOVO DI PORTO (ROMA)

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  33. è arrivato su facebook un messaggio di Laura Aglietta di Trevignano (Roma)
    che è indirizzato al blog. Lo riporto intergralmente.

    All'ospedale non ci volevo proprio andare a partorire. L'ospedale lo associo sempre all'incidente che ho avuto da piccola e al ungo tempo di degenza, in pratica a qualcosa di doloroso e drammatico. Una preziosa amica mi ha presentato Letizia e così ho cominciato a cantare una volta a settimana e anche a parlare ad Alice. questo mi ha aiutata a vederla , ancora prima di averla vista! per me questi nove mesi sono stati un passaggio, culminato nel parto.
    Partorire è doloroso, ma almeno non è un dolore fine a se stesso e il canto mi ha aiutato a non farmi dominare dal dolore, ad imbrigliarlo e a cavalcarlo.
    Durante il travaglio anche io ho lavorato: ho preso consapevolezza di me e del mio valore; stavo facendo qualcosa che avevo scelto (se volete anche opinabile da chi stava fuori); secondo me il meglio per Alice e per me. Il parto a casa è comunque una scelta. Tutte le donne dovrebbero essere informate e poi poter scegliere, perché nel parto, la madre, e non solo il nascituro, è al centro.
    In tutti i casi, partorire senza canto è come mettersi in un vicolo cieco: non se ne esce vivi. grazie letizia per quello che mi hai insegnato e mi insegni ogni volta che ti chiamo (sempre in emergenza!!!). Si sa che le esperienze sono sempre personali, ma condividerle aiuta a creare legami anche virtuali con tutte le donne che stanno cercando di capire cosa è meglio per loro.

    Laura Aglietta

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  34. CONFERMATA PRESENTAZIONE DEL CANTO IN GRAVIDANZA AL CENTRO ARTIPELAGO DI CASTELNUOVO DI PORTO (ROMA) SABATO 22 GENNAIO ALLE ORE 17. TUTTI SONO BENVENUTI. PER MAGGIORI INFORMAZIONI, ANCHE PER RAGGIUNGERE IL LUOGO www.artipelago.it

    RispondiElimina
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    1. ciao Letizia sai quando ci sarà la prossima presentazione del canto carnatico?
      grazie

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    2. la prossima edizione del canto a Lodi sarà il 25-26 febbraio 2012, bisogna chiamare Laura Ferrari.
      A presto, un abbraccio letizia

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  35. Finalmente trovato un termometro intelligente come un ciucciotto
    http://www.farmamica.com/store/dettview1_l2.php?id=3491
    Saputo anche che è giusto pulire le gengive dopo ogni poppata già da ora igene orale.http://quimamme.leiweb.it/puericultura/prodotti/1136-Oral-Care-Set.shtml

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  36. Detto...fatto, dopo la bellima esperienza di Lodi, eccomi qua...la mia voce questo strumento che possiedo dalla nascita e di cui non conosco la forza e la potenza...mi allenerò in quest'ultimo trimestre...non vorrei che la tempesta mi colga impreparata...sarebbe un disastro!!!

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  37. Innanzi tutto vorrei augurare a tutti un buon anno, inparticolare a te Letizia che seisempre nei miei pensieri. è tanto che non entravo nel blog, e l'ultima volta che ti ho vista avevo promesso di farlo.
    vorrei aprire un bel argomento di discussione: VACCINI. per me era ovvio vaccinarmi e vaccinare mio figlio...questo prima di conoscere Letizia, ora mi documento e al mio bimbo non ho fatto buchi. pensavo diincorrere in molti problemi, invece mio figlio va tranquillamente al nido, nessuna multa e nessun problema. In quel nido i vaccini venivano richiesti obbligatoriamente, ma una delle proprietarie ha un bimbo che a tre anni ancora non parla e un bravissimo professore gli ha detto che molto probabilmente è stato causato dal vaccino....così mi ha detto che ero libera di fare le mie scelte per quello che riguarda mio figlio.
    inoltre io lavoro in una comunità, gestisco una casa famiglia di ragazzi disabili, ed ho ben due utenti un autismo e un ritardo mentale causati dai vaccini.
    i vaccini non sono più obligatori anche se ci fanno credere il contrario, e anche se lo fossero preferirei essere multata e addirittura andare in galera pur di non avvelenare mio figlio....li spedissero in africa tutti quei vaccini, lì si che ne hanno bisogno viste tutte le malattie che ci sono...qui servono solo a farci ammalare ci distruggono il sistema immunitario e ci lasciano cicatrici a vita....
    scusate lo sfogo, ma vedo mamme in grossa difficoltà sull'argomento costrette a vaccinare per paura delle leggi, o per non discutere con i genitori che hanno una mentalità passata, o semplicemtente per paura di decidere loro per i figli e di prendersene la responsabilità di quella decisione, preferiscono far scegliere gli altri così che qualunque cosa accade hanno qualcuno a cui dare la colpa.....

    Dopo ciò spero di vederti presto Leti, io stò cercando di rimettermi informa, vogliamo un altro figlio.....ma devo perdere una decina di kili sennò non ce la posso fare....Avrò presto bisogno di te Auguri di buon anno...se ti capita vai sul mio facebook così vedi il piccolo quanto è cresciuto, ti farei sentire quanto parla,sembra già un ometto, completamente autonomo e sicuro di se....mi dicono tutti che ho fatto unottimo lavoro e io nn sò perchè ma in fondo al cuore so che in parte è grazie a te

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  38. grazie Ylenia, un bel regalo per le mamme e i genitori queste informazioni che condividi: I quesiti che si pongono i genitori sono sempre di più.
    Un abbraccio a te e al tuo splendido Saro.

    RispondiElimina
  39. grazie Ylenia, un bel regalo per le mamme e i genitori queste informazioni che condividi: I quesiti che si pongono i genitori sono sempre di più.
    Un abbraccio a te e al tuo splendido Saro.

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  40. Ciao a tutte e BUON ANNO!
    Il post di Ylenia è molto interessante; anche noi abbiamo deciso di non vaccinare il nostro cucciolo e, per i genitori che volessero maggiori info, consiglio di fare un giretto sul sito del Comilva (Mov.per la libertà delle vaccinazioni) www.comilva.org.
    Sulle vaccinazioni eravamo già preparati, sono ormai anni che facciamo, nel nostro piccolo, la guerra alle case farmaceutiche e, di conseguenza, ad un certo tipo di approccio "medico" mentre eravamo del tutto ignari della cosiddetta "profilassi neonatale" che praticano negli ospedali sui neonati.
    Per chi come noi partorisse in ospedale (almeno per questa volta!!!!) consiglio di preparare un "Piano del parto" ad hoc (si trovano esempi su internet), nel quale specificare bene che non vogliamo che vengano somministrate ai nostri bimbi vitamine e cremine antibiotiche per gli occhietti, per non parlare delle aspirazioni "varie" (gastrica, oro-faringea, rettale)!
    Non ringrazierò mai abbastanza Letizia per avermi fatto scoprire in tempo tutto ciò cosicché ho avuto tempo di organizzarmi (anche nella scelta dell'ospedale)!!!

    Abbiamo finito il tempo l'8 gennaio e questa mattina cambierà la luna, non vedo l'ora di conoscerlo :-)
    Letizia ti abbraccio e ci sentiamo presto per quel pomeriggio con Alessandra che abbiam dovuto rimandare!

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  41. Gentile Letizia, mi chiamo Barbara e sono alla 24esima settimana di gravidanza. Un'amica mi ha consigliato i libri di Leboyer... Ho divorato "L'arte di partorire" e mi sono messa alla sfrenata ricerca di altri testi, introvabili a Novara città dove vivo e lavoro (sono insegnante di scuola d'infanzia, psicologa e psicoterapeuta gruppoanalista) ma fortunatamente presenti sul web dove ho effettuato alcuni acquisti on-line! Una rivelazione... una folgorazione... Ho letto dei seminari a cui molte donne hanno partecipato e che sono serviti per partorire nella gioia. Ho scritto a Laura Ferrari che mi ha detto che è prevista l'attivazione di un seminario a Lodi verso fine Febbraio. Tengo molto alla possibilità di prepararmi per vivere un parto non violento che dovrebbe accadere il 28 Maggio. Ho acquistato, per provare a placare la crisi di astinenza, il testo "Dall'epidurale alla meditazione" e mi sono informata per cominciare un percorso yoga da proseguire eventulmente anche dopo. Mi saprebbe indicare qualche contatto nella mia città che pratichi il canto carnatico e che possa essermi accanto nel decidere un eventuale parto a casa (a Novara la decisione va comunicata entro il 6 mese accompagnata dall'indiccazione di un'associazione o un'ostetrica disposta a seguirmi)?
    Rimango in trepidante attesa e ringrazio impaziente per la risposta...
    Barbara

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    1. Cara Barbara,
      sarei felice di vederti a Lodi per il seminario di canto. Anche per me l'incontro con i libri di Leboyer nell' 84 è stato una rivelazione, tanto che ne ho fatto la mia tesi di laurea. per quanto riguarda lo yoga, difficile dire qualcosa, poiché ogni insegnante lo propone in un modo suo, ma considera che lo stesso Leboyer, che è stato il primo negli anni '70 a proporlo come percorso di preparazione al parto, l'ha poi superato e fortemente criticato per le posizioni e le attitudini che sono contrarie a quanto lui ha scoperto negli esercizi di cui hai letto su "L'arte di partorire".
      Se abiti a Novara e vuoi fare un po' di pratica, potresti metterti in contatto con Alessandra Careddu che, se niente è cambiato, abita a Canelli e si è formata al
      lavoro del canto e degli esercizi. Non sono aggiornata sul suo indirizzo e recapito telefonico, ma penso tu lo possa trovare facendo una ricerca su Internet. Se poi accarezzerai l'idea di un parto a casa, ti posso fornire l'indirizzo di Miretta, l'ostetrica citata nel report del parto che compare per primo sul blog. Lei abita nell'astigiano e forse per lei sei sufficientemente vicina per essere assistita. E' una persona assolutamente speciale, con cui ho lavorato per 15 anni al nord. Qui a Roma per la prossima primavera stiamo allestendo una Casa del parto dove assistere le donne come a casa, in un posto molto bello in campagna, ma facilmente raggiungibile. Se mi mandi il tuo indirizzo, ti posso anche spedire qualche materiale sul canto e sul parto Leboyer che ti farà piacere leggere. Quando vuoi puoi anche contattarmi al numero telefonico che trovi qui, o sull'indirizzo mail.
      A presto e tanti sinceri auguri di un buon percorso e di un buon parto. Letizia

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    2. Cara Barbara,
      sarei felice di vederti a Lodi per il seminario di canto. Anche per me l'incontro con i libri di Leboyer nell' 84 è stato una rivelazione, tanto che ne ho fatto la mia tesi di laurea. per quanto riguarda lo yoga, difficile dire qualcosa, poiché ogni insegnante lo propone in un modo suo, ma considera che lo stesso Leboyer, che è stato il primo negli anni '70 a proporlo come percorso di preparazione al parto, l'ha poi superato e fortemente criticato per le posizioni e le attitudini che sono contrarie a quanto lui ha scoperto negli esercizi di cui hai letto su "L'arte di partorire".
      Se abiti a Novara e vuoi fare un po' di pratica, potresti metterti in contatto con Alessandra Careddu che, se niente è cambiato, abita a Canelli e si è formata al
      lavoro del canto e degli esercizi. Non sono aggiornata sul suo indirizzo e recapito telefonico, ma penso tu lo possa trovare facendo una ricerca su Internet. Se poi accarezzerai l'idea di un parto a casa, ti posso fornire l'indirizzo di Miretta, l'ostetrica citata nel report del parto che compare per primo sul blog. Lei abita nell'astigiano e forse per lei sei sufficientemente vicina per essere assistita. E' una persona assolutamente speciale, con cui ho lavorato per 15 anni al nord. Qui a Roma per la prossima primavera stiamo allestendo una Casa del parto dove assistere le donne come a casa, in un posto molto bello in campagna, ma facilmente raggiungibile. Se mi mandi il tuo indirizzo, ti posso anche spedire qualche materiale sul canto e sul parto Leboyer che ti farà piacere leggere. Quando vuoi puoi anche contattarmi al numero telefonico che trovi qui, o sull'indirizzo mail.
      A presto e tanti sinceri auguri di un buon percorso e di un buon parto. Letizia

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  42. Cara Letizia, come promesso ti scrivo e ti racconro che soltanto due giorni dopo il nostro week end di formazione col canto la mia Bianca Maria ha deciso di venire al mondo e sono riuscita a partorire in casa come tanto desideravo!! martedì 27 marzo è nata Bianca Maria con 10 gg di anticipo, mentre il mio corpo si trasformava, ancora pregna delle onde sonore del nostro we insieme ho cavalcato le mie onde in totale abbandono ed apertura vigile, con canti e soffi delicati di ripresa nel mezzo del mio salotto, mio marito e l'ostetrica testimoni partecipi del mio parto delizioso Bianca è nata senza piangere è una bambina molto serena e si attacca al seno con un istinto e una naturalità che han fatto la caratteristica principale di quanto ho vissuto durante il parto. un'esperienza meravigliosa!!! un caloroso saluto Letizia, Cristina (formazione Milano Milk Bar 25 e 26 marzo 2012)

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  43. Care mamme, questo è il racconto del momento in cui il mio piccolo Mario ha ascoltato per la prima volta il suono della tampura non più da dentro il pancione :)

    Oggi (24 aprile ndr) Mario era nervoso e di dormire non se ne parlava proprio! Sono andata su Internet e ho provato a fargli ascoltare Mozart … … tutti dicono che i bambini si rilassano con Mozart… … beh, il mio è l’eccezione che conferma le regola!
    Dopo ore di piagnucolii mi viene in mente che sul portatile ho la musica suonata con la Tampura… .. proviamo!
    MIRACOLO! Si calma all’istante, la ascolta attento, allora lo volto verso di me e gli dico:
    “Ti ricordi Mario questa musica? Ti ricordi quando al suono della Tampura cantavamo?” E lui si apre in un meraviglioso sorriso di quelli che sono un bimbo di tre mesi può fare.
    Questa musica la conosce già perché quando era nella mia pancia al suono di questo strano strumento abbiamo imparato a cantare, già proprio a cantare, “Canto carnatico”, ce lo ha insegnato Letizia e una volta a settimana andavamo a Cesano a fare esercizi di respirazione, a conoscere la figura straordinario di Frédérick Leboyer e la sua concezione (naturale se ci si sofferma a riflettere) della “Nascita senza violenza” e ad imparare con Letizia come tutelare il nostro momento più bello, quello del parto!
    Quando era nella pancia stava calmo durante gli esercizi di respirazione e di “riscaldamento” del corpo ma appena mi sedevo ed iniziavo ad emettere le prime vocali si svegliava ed iniziava a ballare … … solo chi l’ha provato può capire… … il mio bambino ballava, si muoveva a ritmo di questa semplice musica e per me era una gioia immensa.
    Già dai primi mesi avevo iniziato a “comunicare” con lui tramite piccoli colpetti sulla pancia ma questo era diverso: lui non rispondeva ad un mio stimolo, Mario assecondava la musica come se questa lo accarezzasse. Era una sensazione meravigliosa quella che provavo: per la prima volta il mio bambino faceva quel che voleva, non perché io glielo chiedevo io, non perché qualche strumento medico lo costringeva ma per il suo piacere personale!

    Consiglio a tutte le future mamme un percorso di questo tipo, mi ha aiutata moltissimo durante il travaglio (che poi è finito in cesareo ma questa è un’altra storia!!); inserisco di seguito il link del blog di Letizia Galiero che non ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che ci ha donato

    www.ilbellodelparto.blogspot.com

    Per chi volesse invece imparare a comunicare con il proprio bambino quando è ancora nella pancia consiglio questo libro bellissimo:

    “La comunicazione e il dialogo dei nove mesi” di Gabriella A.Ferrari Ed.Mediterranee, ricordo ancora le lacrime di gioia la prima volta che il mio bimbo ha “risposto” ai miei colpetti… … assolutamente da provare
    www.unafamiglia.it

    RispondiElimina
  44. Ciao Letizia... sono capitata per caso sul tuo blog ed ho letto tutte le testimonianze!! Ho visto che sei su Roma..io sono romana ma vivo a Lecce.... è possibile contattarti via e-mail? qui sul blog ho trovato solo il tuo cell... ti ringrazio se vorrai rispondermi (sono alla 14°settimana)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. certo, contattami quando vuoi all'indirizzo letizia.galiero@alice.it
      A PRESTO!

      Elimina
  45. Cara Letizia, come ti anticipavo ho appena concluso il primo modulo del percorso per diventare Consulente del Portare. Parlo non a caso di percorso e non di corso perché è stato un nuovo viaggio, il primo l'ho fatto con te in quello pre-parto,in mé. Vi ho ritrovato, proprio come accaduto con te, la stessa fortissima sensazione di appartenenza al femminino. La stessa "centratura" nell'istinto di mamma. Ed è questo che vorrò portare alle mamme alle quali farò consulenza, questo RIscoprisi mamme che scelgono la via del contatto continuo con i loro cuccioli. Spero di riuscire molto presto a parlartene di persona ma volevo intanto raccontarti un po'! Baci Ale

    RispondiElimina
  46. scusate i ritardi nelle risposte, ma da novembre ad oggi sono stata travolta dagli ultimi due mesi di gravidanza di mia figlia, i suoi traslochi e spostamenti e il suo parto in casa mia di lunedì scorso.
    Sta per essere fissata anche la data del mio prossimo seminario a Lodi.
    E' proprio ora che io aggiorni gli avvisi in testa al blog!!!!!!!
    Buon 2013!

    RispondiElimina
  47. Cara Letizia,
    oggi Annalisa, così si chiama la nuova arrivata...(è sì è
    femmina...!!)...compie un mese...e io mentre tutti dormono trovo un
    minuto per scriverti come è andata...ci tenevo molto perchè vorrei
    continuare ad incoraggiarti a fare quello che fai con tanta passione e
    che a me è servito molto...e mi ha incoraggiato.

    Prima della nascita di Annalisa ho contattato Miretta che è, e rimane,
    anche sono dalla conoscenza telefonica l'ostetrica giusta per il parto
    in casa.
    Mi aveva scoraggiato il fatto che vivesse ad Asti e avendo partorito io
    in fretta negli altri due casi, mi sembrava troppo complicato farla
    venire a Lodi eppure lei era disponibile anche se mi continuava a
    ripetere che potevo "farlo da sola in casa..."
    Inoltre mio marito Paolo non era convinto...non so se perchè non voleva
    sentirsi in debito con Miretta, per la complicazione di fare venire una
    "estranea" da lontano...
    Quindi non abbiamo portato avanti la conoscenza...

    Barbara Aiolfi

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  48. Annalisa è nata...cantando

    2° parte del racconto di Barbara. Siamo giunti al termine della gravidanza

    Il termine previsto era il 13 Giugno e a fine Maggio faccio l'ultimo controllo dalla ginecologa del consultorio che sostiene che avevo poco liquido (cosa poi rivelata non vera o comunque entro i limiti...e mi dico che forse sarebbe meglio non fare i controlli...mahhh!!) ...bhe in quella visita mi controlla l'utero e forse mettendoci le mani (dico io) smuove qualcosa...
    Il 3 giugno mi si rompono le acque la mattina e io penso (come negli altri casi che arriveranno presto le contrazioni) ...invece niente...di norma bisognerebbe andare all'ospedale ma d'accordo e (spinta) da mio marito che non vuole che iniziamo l'ospedalizzazione precoce rimaniamo a casa o meglio camminiamo per tutto il giorno nei parchi di lodi per stimolare il tutto...attendiamo fino alla mattina alle 5 del giorno dopo...ancora niente contrazioni....stranissimo...io inizio ad essere un po' preoccupata di cosa mi aspetta...entriamo quindi in ospedale dove ci spiegano la procedura: antibiotico e se entro le 24 ore dalla rottura delle membrane non mi dilato ..ossitocina...o mamma mia penso io...
    Inizio a camminare per tutto il reparto...poi per fortuna prende il turno una ostetrica (di quelle che potrebbe lasciar partorire a casa) Nicoletta...con cui mi trovo in sintonia...sono fortunata ...pochissimi bambini nati quel giorno e da sola in sala parto...quindi clima molto rilassato in ostetricia...
    Mentre facciamo un monitoraggio alle 10 mi spiega che anche per l'induzione c'è bisogno del mio consenso e che io posso decidere cosa voglio e cosa non voglio ....mi rassicura e mi ricorda che quando si entra in ospedale non sono persi i propri diritti e che posso far valere le mie idee prendendomi le mie responsabilità...
    La frase esatta è " non è che varcando la soglia dell'ospedale non hai più voce in capitolo..."
    ..bhe mi rassicura, so che stacca il turno alle 14....e forse per questo poi ho fatto in fretta...
    Mi visita e credo che visitandomi abbia anche fatto qualche manovra per accelerare...
    In breve: alle 11,10 le prime contrazioni ....
    altra fortuna: sono in camera con una altra donna con cui mi trovo bene ...quindi prendo la sedia e inizio a cantare...e così arrivano le contrazioni forti....
    Visita ancora alle 12 sono dilatata 7 cm...in sala parto Nicoletta mi fa fare come credo...e Paolo mi accompagna (bravissimo...ad un certo punto canta anche lui ma io gli dico di smettere perchè non mi sento "accordata" con lui...) chiedo una sedia e canto in sala parto...
    Mi metto poi sulla sedia e cerco la posizione per le spinte...e lì devo dire che non sono riuscita a cantare e forse ho perso la concentrazione...
    Tre spinte e alle 13,10 Annalisa è nata ...ed è stata una gioia...di quelle piene...
    Niente strappi niente tagli niente punti...nessuno mi ha toccato...
    Ero molto concentrata su di me durante il travaglio e sul canto...forse troppo poco su Annalisa...
    Non so se ho davvero "guidato bene la nave in tempesta"....

    Tante cose sono andate per il verso giusto...e non credo sia un caso...
    Comunque grazie per quello che mi hai insegnato e che hai condiviso...Annalisa piange e dove chiudere la mail che rileggo in fretta...ma dovevo scriverti due righe...
    un abbraccio
    barbara

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    1. Carissima, a questo punto per il prossimo bimbo, fai come ti ha detto Miretta, fai da sola a casa. Ormai, più esperienza di così.....!! E soprattutto vedi che se ti fidi funziona.
      Grazie per quest'altro contributo al blog. Un fortissimo abbraccio

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  49. Report di Erminia dalla liguria


    Cara Letizia,
    scusa la lentezza con cui ti arrivano mie notizie!Immagino che nel frattempo tu sia diventata nonna!Mi hai introdotto al parto cantato quest'estate con tua figlia a Bergamo!Ho passato mesi bellissimi a prepararmi ed ero pronta, fisicamente...emozionalmente!Guido, mio marito, cantava con me ad ogni piccola scossa dei prodromi...poi 5 giorni prima della fine del tempo si è rotto il sacco...io immaginavo che fossero le acque, ma arrivata all'OPA di Massa, mi han fatto il test; rottura del sacco!Son stati gentili e professionali hanno aspettato due giorni, hanno anche provato con le prostaglandine...ma nientissimo, neanche una contrazione!Così, dopo mesi di preparazione, Arnaldo è nato il 17 novembre per taglio cesareo!If you want to make God laugh, tell Him your plans! E' stato un grande dolore per me, ed ero terrorizzata in sala parto, benchè mi operasse il mio dottore, e fosse tutto a posto.
    Quando è nato Arnaldo lo hanno messo dopo qualche attimo sul mio petto e lo hanno consegnato al papà, che l'ha subito tranquillizzato con la sua voce, che il piccolo aveva già abbondantemente sentito dentro di me. Poi siamo rimasti insieme noi tre per più di un'ora con Arnaldo, pelle a pelle, che ha subito trovato da succhiare!Ancora gli dò tre poppate al giorno!
    Quei momenti si sono indelebilmente stampigliati nella mia memoria!Quando è nato...ho sentito tutto...il taglio, mentre me lo strappavano dal ventre...e ancora oggi mi sento tremare al pensiero...poi la sua voce, forte, squillante come la mia!Allora ho pianto come una fontana, senza ritegno, senza vergogna. Così il mio pianto si univa al suo. L'anestesista mi ha consolata come una sorella poi mi ha detto di non aver mai visto nessuno piangere con tanta forza.
    Il canto, e a due voci è meglio, è senza dubbio la via migliore per calmarlo in ogni situazione. Abbiamo usato i suoni che usavamo per prepararci al parto anche nelle situazioni critiche e magicamente Arnaldo smetteva di piangere!Le canzoni che gli abbiamo cantato duarnte la sua vita uterina sono quelle che lo placano subito, all'istante...come un incantesimo!

    Arnaldo è bellissimo, una gioia della vita..felice e curioso del mondo. Chissà che il cielo non ci premi con un altro dono...magari per la via giusta!
    Ti devo tanto in ogni caso e ti porto nel cuore,
    Erminia

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  50. Un saluto da Lara

    Buongiorno Letizia,
    sono Lara. Forse non ricordi, ma ad aprile dell'anno scorso hai tenuto un bellissimo corso sul canto Carnatico a casa mia a Bergamo! Poi io avevo perso la bambina, proprio nei giorni seguenti al tuo corso, ma il canto Carnatico mi ha aiutata molto anche durante l'aborto, indotto con ossitocina.
    A distanza di un anno aspetto un altro bambino e, ora che il tempo e il perdono mi hanno aiutata a superare anche la violenza subita dalla pratica ospedaliera durante il primo parto ai Riuniti, spero di fare tesoro dei tuoi insegnamenti!!
    Proverò senz'altro a chiamare Miretta, che l'anno scorso era stata tanto gentile e disponibile con me!! E se tu avrai occasione di venire a Bergamo c'è sempre la casa vuota a tua disposizione!
    Un grande abbraccio,
    Lara

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  51. Sono passati ormai cinque mesi da quella magnifica notte e i miei ricordi sono ancora più vivi che mai. Gemma è nata alle 2, dopo un travaglio durato circa cinque ore, un travaglio cantato e vissuto con un'emozione tale che non so se riuscirò a descrivere. Ma partiamo dall'inizio, vale a dire dal momento in cui la ginecologa mi ha detto che Gemma si era finalmente girata e che avremmo quindi potuto provare a farla nascere con parto naturale. Eravamo alla 33esima settimana e le speranze stavano sempre più affievolendosi, tanto più che il mio primo figlio Luca era nato con un cesareo proprio perché podalico. Che dire, dal momento in cui Gemma si è girata tutto ha iniziato a girare per il verso giusto: ho incontrato sul mio cammino le persone giuste (certo, le ho anche cercate...) e tutto è andato a meraviglia. Letizia è naturalmente una di loro! Ho iniziato ad andare agli incontri di Formello, di sabato mattina, vincendo la fatica e ogni resistenza di quel pigro di mio marito, poiché ero certa che quello era il percorso giusto. Volevo prepararmi al meglio al mio vbac, così da poter dire di avercela messa proprio tutta e così da sentirmi finalmente protagonista della nascita della mia bimba. Senza quegli incontri e senza il canto carnatico, ne sono certa, il mio parto non sarebbe stata l'esperienza magnifica che porterò per sempre con me e che mi ha fatto sperimentare la potenza della natura e la forza infinita che ogni donna porta in sé. E' vero: mai prima di allora mi ero resa conto di quanta inesauribile energia fosse in me e ora questa consapevolezza mi dà un coraggio nuovo, inebriante, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Ecco, se dopo il cesareo avevo provato, anche per i modi con cui ero stata trattata, un forte senso di inadeguatezza, di smarrimento, di paura, dopo il mio secondo parto mi sono sentita una leonessa. In quella notte in ospedale e ancor prima nella lunga fase di preparazione a casa, durata un giorno e mezzo, il canto mi ha sorretta, mi ha accompagnata, mi ha sollevata, mi ha aiutata a concentrarmi e a dirigere nella giusta rotta la nave in balia della tempesta. Il canto mi ha aiutata a superare la paura e a far sì che il dolore rimanesse dolore, senza tramutarsi in panico o terrore. Uno strumento unico, indispensabile, che mi ha dato coraggio e che mi ha permesso di affrontare il travaglio con serenità e padronanza. Tutto grazie naturalmente agli insegnamenti di Letizia e alla presenza della mia cara Sonia, l'ostetrica che con discrezione e soavità mi ha accompagnata e sostenuta, intervenendo con delicatezza e al tempo stesso fermezza solo laddove ce ne fosse bisogno. Ho ascoltato me stessa, mi sono affidata a quello che sentivo, ho assecondato le sensazioni che venivano dal mio corpo, dalla mia bimba, e ho vissuto in prima persona, senza mai demandare nulla ad altri, tutto ciò che arrivava. Quante volte durante gli incontri si era detto dell'importanza di "conoscere", di "sapere" per essere padrone di noi stesse e affrontare così con consapevolezza il parto. E così è stato. Sia durante il travaglio che nella fase espulsiva non c'è stato un solo momento in cui io mi sia sentita perduta, smarrita, perché ad ogni passaggio si verificava ciò che sapevo sarebbe dovuto accadere. E' per questo che se qualcuno mi chiede qualche consiglio per il parto io rispondo: preparatevi, preparatevi, preparatevi, solo così ci si può sentire veramente pronte al viaggio più entusiasmante e stupefacente che si possa fare. Solo così si può vivere appieno l'esperienza più entusiasmante della vita. Grazie quindi a Letizia, a Sonia a Giorgio e a tutti coloro che ogni giorno lavorano per far conoscere ad ogni donna di quale straordinaria forza è portatrice. E chi l'avrebbe detto mai che ancora a distanza di cinque mesi mi sarei addormentata la sera al dolce ricordo di quella magnifica notte?

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  52. parte prima......Continuo a ripensare alle loro facce…
    Alle loro espressioni…
    A quelle parole ripetute all’infinito che per me non avevano alcun senso:
    “Hai partorito a casa? Ma ancora lo fanno? C’era il ginecologo? Senza peridurale? Che coraggio che hai!!!”
    NO!!!
    Il coraggio lo avete voi care donne a non aver paura degli ospedali. Non io che al solo sentirne parlare rabbrividisco dalla paura.
    Cosa ho fatto in fondo, nulla che milioni di donne non abbiano fatto ancor prima di me, nulla che non faccia un qualunque animale sulla terra, nulla di Speciale… se non che per me stessa e per la mia splendida bambina.
    Questo è davvero il regalo più bello che una donna possa decidere di donarsi…
    Un'altra faccia che non potrò mai più dimenticare è la Mia…
    Dopo che ho partorito il mio primo figlio, nato prematuro, aveva fretta di venire al mondo, l’ha fatta vedere Lui a quei medici che hanno tentato in tutti i modi di bloccargli l’uscita… l’ha fatta vedere Lui a quegli uomini che hanno massacrato la madre senza motivo visto che Lui aveva deciso di venire al mondo contro il parere di tutti, tranne che del Mio.
    Io sapevo dentro di me che sarebbe nato, che era giusto così, nessuno mi ha dato ascolto, ma noi due insieme in quella lunga notte, contro tutti nel silenzio, ci siamo aperti la strada…
    Ricordo fuori dalla sala parto, mio marito mi scattò una foto, ho visto il mio volto stanco e distrutto, nonostante l’immensa felicità di quella nascita, sentivo una forte rabbia nello stomaco, quei tre giorni passati a patire quando sapevo che la natura avrebbe fatto il suo corso…
    Perché avete avuto questo dirittto sul mio corpo?
    Perché non ho avuto il coraggio di parlare e di far valere i miei diritti?
    Perché?
    Ci vuole davvero coraggio ad affidarsi alla nostra sanità, quello che dovrebbe essere luogo di protezione, sicurezza e aiuto, diventa sempre più ai miei occhi un luogo dal quale scappare e dal quale restar lontana il più possibile…

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  53. parte seconda... Ora invece percepisco e rivedo la sensazione di quella notte, quella in cui mettevo al mondo la mia seconda creatura…
    Non c’era più paura, solo dolore, un dolce e piacevole dolore che volevo a tutti i costi sentire, non è stato disturbato da uno straziante viaggio in auto, ne da una lunga fila per l’accettazione, ne aghi e visite inutili, non c’era caos ne via vai di persone sconosciute, le mie cose non erano in una valigia gettata in un armadietto ma erano tutte perfettamente al loro posto.
    C’ero solo io, nel SILENZIO rumoroso della mia casa, solo il mio canto risuonava nelle mura, ho sentito ogni momento, la mia bimba ed io abbiamo spinto e sofferto insieme per poterci finalmente abbracciare…
    La sensazione più bella della terra, le persone che mi hanno aiutata hanno rispettato i miei silenzi e le mie urla, non hanno avuto la presunzione di dire a me una Madre, come dover mettere al mondo mi a figlia, sono io che ho deciso come farlo ho ascoltato solo quello che mi suggeriva il mio corpo.
    Ricordo quelle grandi mani che hanno massaggiato la mia schiena, la sensazione di piacere che mi recavano le pezze fresche sul mio collo sudato, sorseggiare il tè fatto con le mie mani apposta per quella occasione…
    Quelle belle parole, quei complimenti che mi hanno incoraggiata e sostenuta in quel momento difficile, mi sentivo davvero brava e invincibile, non inadeguata e distrutta come la volta precedente…
    Non c’è fretta piccola Mia prenditi il tuo tempo per venire al mondo, non ci sono cambi turni, ne posti occupati o da liberare, non ci sono altre emergenze… in questo momento ci sei solo tu…
    Ora ricordo il mio volto sereno dopo che è nata la mia seconda figlia, così sereno che poche ore dopo il parto ero fuori in giardino a giocare con l’altro mio figlio, così sereno che un mio vicino passando mi ha salutata senza accorgersi che quella mattina avevo partorito, e quando sua moglie glielo ha detto è tornato da me con mille scuse, dicendomi che non lo credeva possibile che una donna dopo un parto potesse stare come stavo io... non potevo sentire parole più piacevoli…
    Forse per voi che leggete non arriva l’energia che ho provato e che provo tutt’ora nello scriverlo, forse non passa quella Magia, ma vi garantisco che c’era.
    Voglio solo dire Grazie a tutte le persone che hanno contribuito per farmi realizzare questo sogno e farmi vivere questa esperienza, voglio dire Grazie a chi mi ha mostrato un mondo che non conoscevo ma che mi apparteneva, a chi mi ha insegnato a scegliere e a diventare padrona di me stessa e del mio corpo, Grazie che mi ha mostrato che grande Mamma che sono… Grazie a te

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